Di Callimaco, indiscusso caposcuola del periodo alessandrino e teorizzatore della poetica ellenistica, ci sono pervenuti sei Inni dedicati alle divinità del culto tradizionale. Ma, più che alla religione, il poeta è interessato alla sperimentazione letteraria e alla poesia, e le sue divinità non si collocano all'interno di una fede, ma permangono come esemplari che permettono a lui e al suo pubblico di trovare intellettualisticamente, guardando al passato, un'identità nazionale e culturale: splendidi e maestosi, gli dèi callimachei sono simulacri che la folla festeggia con danze e processioni e che il poeta celebra con ineguagliabile armonia ed equilibrio, attingendo alla sua sterminata cultura. Il volume raccoglie, oltre agli Inni, anche un altro esempio della poesia erudita di Callimaco, momento culminante della nuova estetica alessandrina: la novella di Aconzio e Cidippe, molto nota nell'antichità e a noi parzialmente restituita da un papiro d'Ossirinco pubblicato nel 1910.
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